Panta Rei è un Trust e un’Associazione ETS (Ente del Terzo Settore) che gestisce un territorio di 2 ettari circa sulle colline del Comune di Passignano sul Trasimeno in provincia di Perugia: un laboratorio permanente di consapevolezza dei gesti quotidiani in un approccio di imperfetta ricerca della dimensione dinamica di equilibrio tra i propri bisogni, gli altri, l’ambiente in un processo evolutivo nel rapporto esseri umani-natura, dalla terra alla terra.
E’ un luogo di reciproco stimolo e scambio relazionale rispetto ai processi di soddisfazione dei propri bisogni in stretto confronto con il processo di globalizzazione del nostro pianeta e in connessione con il maggior numero di variabili possibili della vita.
La visione centrale del progetto, ideato da Dino Mengucci, fondatore di Panta Rei, e integrata con il contributo di Maria Luisa Pasquarella è quella di attribuire al “fare” il ruolo di mettersi insieme in un rapporto di reciproca educazione in cui scambiare i saperi e riflettere sulle domande che emergono relative alla felicità delle persone e all’impatto sull’ambiente, nelle sue principali declinazioni (processi produttivi, economici, antropologici, educativi, sociali, storici, giuridici, artistici, culturali, spirituali) in un’ottica di territorio libero perché responsabile, in salute e reattivo all’amore.
Panta Rei è una realtà complessa con una storia avvincente a cominciare dal suo esordio: un incendio devastante.
Le tre strutture principali, prima che panta Rei nascesse, sono state realizzate nel 1977 come ricovero invernale delle capre e delle pecore della Cooperativa “La Buona Terra” costituita il 26 ottobre 1976 da Dino e un gruppo di giovani (tra cui l’artista Mario Schifano) e dall’imprenditoria e intelligentia perugina, tra cui Spartaco Ghini, Ilvano Rasimelli e Carlo Manuali.
L’idea originaria di Dino era quella di recuperare, attraverso la zootecnia brada, le terre incolte e abbandonate come previsto dalla legge già approvata alla Camera dei Deputati nel 1975 e diventata legge esecutiva nel 1978. in attesa dell’applicazione, Spartaco Ghini donò l’uso di 100 ettari di sua proprietà per avviare il progetto di sperimentazione con la collaborazione delle Facoltà di Agraria (Paolo Abbozzo) e di Veterinaria (Sandro De Benedetti).
Il 13 luglio 1993 alle 14,15 un incendio partito da Passignano investì le tre strutture. Da lì, l’idea di recuperare il sito danneggiato attraverso la creazione della Cooperativa Panta Rei: inizia un’opera di bonifica e smaltimento dei tetti di eternit in co-progettazione con l’Associazione degli Architetti Ambulanti. Viene creato un Centro di Educazione Ambientale (CEA) riconosciuto dal Progetto INFEA (Informazione, Formazione ed Educazione Ambientale) dell’allora Ministero dell’Ambiente e diviene, via via, riferimento a livello locale, nazionale e internazionale. Nel 1997, fu affidato ad un Istituto d’Arte di Firenze la creazione del logo, come anche oggi lo conosciamo, scelto tra i 24 lavori presentati dagli studenti in concorso.
Nel 2008 la storia si arricchisce con la costituzione di una Associazione Culturale (APS), denominata sempre “Panta Rei” che, sotto la presidenza di Maria Luisa Paulonia, con Sanni Mezzasoma e Cinzia Casalino e con la collaborazione di Maria Luisa Pasquarella (Meri), esordisce organizzando il festival “ComunicArti Energia” per esplorare i grandi temi ecologici attraverso l’arte come rinforzo di una direzione verso processi di formazione per aprirsi a sistemi di economia circolare.
Sotto la presidenza di Maria Luisa Pasquarella, iniziata nel 2014, l’identità di Panta Rei si apre ulteriormente verso l’esterno, accogliendo un mondo sempre più variegato, in cui esponenti del mondo scientifico, educativo e artistico si avvicendano per collaborare al sogno di essere una comunità educante per bambini da zero a cent’anni, come ama sostenere Dino, come modello educativo sperimentale del terzo millennio. La trasformazione da luogo di lavoro come centro di educazione ambientale a luogo di vita con le sue sfide, le sue contraddizioni, la sua bellezza, è rapida. E’ in questa fase che ci si interroga sulla relazione come territorio ineludibile per la realizzazione del sogno Panta Rei e sui processi di coinvolgimento di tutti nell’adempimento dei compiti quotidiani:
“Se a Panta Rei ci stai per un minuto o per tutta la vita, sentiti a casa e lascia traccia del tuo passaggio rendendola più bella e più ricca, assumendoti la responsabilità della tua libertà come valore non negoziabile”.
Questo concetto è una delle pietre miliari della filosofia di Panta Rei, fortemente voluta da Meri. La relazione, per scelta di Meri, non ha previsto e non prevede una cura strutturata, al contrario si tende a lasciare alle persone la responsabilità relazionale nella co-costruzione della peculiarità e delle dinamiche specifiche in modalità creative e funzionali.
Inizia un percorso, spesso difficile, in cui si collezionano grandi traguardi e grandi fallimenti, in un processo spesso contraddittorio, sempre formativo. L’approccio di sperimentazione, in tutte le aree è da sempre connotativo della realtà Panta Rei ed è, forse, l’elemento che ha permesso l’avvio verso un processo evolutivo in cui non aver paura delle proprie “zone d’ombra”.
Punta di diamante di tutto ciò è lo sforzo a cui hanno aderito in tanti, di consegnare Panta Rei all’umanità, attraverso l’acquisto del territorio con la campagna “In 100 per Panta Rei Bene Comune”. L’idea è di mettersi insieme per gestire un territorio la cui proprietà non è individuale, ma di un Ente vincolato allo scopo identitario di questa realtà. L’Associazione si fa promotrice dell’intento, interlocutrice dell’acquisto, sottoscrivendo un preliminare di acquisto il 15 ottobre 2015 con la Cooperativa Madre (La Cooperativa di Sperimentazione Territoriale per lo Sviluppo Sostenibile, nata dalla fusione tra la Cooperativa “La Buona Terra” e l’allora Cooperativa “Panta Rei” avvenuta nel 2006) e apre definitivamente ad un processo evolutivo partecipato, verso un sogno leggero e appassionante muovendo i suoi primi e sempre primi passi, spesso affagottati e goffi, alla ricerca del suo equilibrio e della sua reale consapevolezza. Panta Rei si nutre, così, del contributo prezioso di migliaia di persone che fluiscono in tempi e identità diverse lasciando nell’aria un’essenza di gratitudine.
Panta Rei ha ricevuto una targa di riconoscimento come una delle 5 migliori strutture in bioedilizia d’Europa su recupero di siti danneggiati. L’Istituto che ha attribuito la targa è: TERRA IN-COGNITA Outstanding Earthen Architecture in Europe, AWARD 2011.
Dal 2008 è riconosciuto come centro di eccellenza regionale di educazione ambientale riconosciuto CRIDEA
Premio “miglior ospitalità verde 2014”, conferito da Viaggiverdi, community per lo sviluppo sostenibile.